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C’ un paio di scarpette rosse

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C'è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
"Schulze Monaco".
C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l' eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.
C'è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.


 Luciana Riommi Baldaccini - 05/06/2012 22:31:00 [ leggi altri commenti di Luciana Riommi Baldaccini » ]

Un testo ripescato: ho avuto un brivido di commozione...

 Franca Alaimo - 27/04/2010 22:24:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ricordo le lacrime che nuotavano negli occhi dei miei alunni, quando lessi questa semplice e verissima poesia. Del resto cosa commuove di più che la tragedia che s’abbatte sulla vita di un bimbo innocente?
Di lui /lei c’è solo un paio di scarpette rosse: uno di quei tanti oggetti che sopravvivono alla catastrofe e che sembrano trattenere in essi un significato che va al di là del loro esserci. D’improvviso essi si caricano di vibrazioni emotive intense, diventano insieme testimoni e ricordi dell’attimo in cui la tragedia è stata consumata. Il pianto d’un bambino, uno dei tanti bambini ebrei crudamente eliminati, risuona in questi versi muti ancora più alto e terribile che se lo sentissimo davvero: effetto straordinario della poesia! Accusa senza risposo della crudeltà degli uomini e di ogni guerra e di ogni razzismo.

 Franca Alaimo - 27/04/2010 22:23:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Ricordo le lacrime che nuotavano negli occhi dei miei alunni, quando lessi questa semplice e verissima poesia. Del resto cosa commuove di più che la tragedia che s’abbatte sulla vita di un bimbo innocente?
Di lui /lei c’è solo un paio di scarpette rosse: uno di quei tanti oggetti che sopravvivono alla catastrofe e che sembrano trattenere in essi un significato che va al di là del loro esserci. D’improvviso essi si caricano di vibrazioni emotive intense, diventano insieme testimoni e ricordi dell’attimo in cui la tragedia è stata consumata. Il pianto d’un bambino, uno dei tanti bambini ebrei crudamente eliminati, risuona in questi versi muti ancora più alto e terribile che se lo sentissimo davvero: effetto straordinario della poesia! Accusa senza risposo della crudeltà degli uomini e di ogni guerra e di ogni razzismo.

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